Un congresso sulla dignità del fine vita

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DAL 12 AL 14 SETTEMBRE SCORSI si è tenuto a Bologna il congresso internazionale dal titolo La dignità della vita fino all’ultimo respiro – Modelli innovativi nelle cure palliative per il cancro. Organizzato dalla Fondazione ANT Italia Onlus in occasione dei suoi 35 anni di attività, l’evento ha dato la parola a oltre cinquanta relatori di livello internazionale, che si sono confrontati sui modelli assistenziali affermatisi in Europa nel campo delle cure palliative e dell’assistenza domiciliare. Il tutto senza trascurare i modelli più innovativi, che prevedono la partecipazione integrata di diverse realtà territoriali.

In numerosi interventi è stata ribadita la necessità di affrontare tempestivamente e nei modi appropriati il problema delle cure palliative con il paziente e i suoi familiari: ciò permette non solo di migliorare significativamente la qualità della vita del sofferente, ma anche di evitare cure costose e non più appropriate che rappresenterebbero un onere aggiuntivo per un sistema sanitario pubblico già a corto di risorse. Se si considera che in Europa il problema della gestione del dolore è ancora controverso (si pensi all’utilizzo della morfina), un congresso come questo ha rappresentato un’ottima occasione per un confronto diretto sui nodi ancora da sciogliere.

“Il non profit – ha commentato Raffaella Pannuti, presidente di ANT – è stato il motore innovativo che in Europa (e in Italia, ad esempio, a partire da Vidas, Fondazione Floriani e ANT) si è occupato per primo di questi temi, svolgendo un ruolo di pungolo e di sollecito nei confronti delle istituzioni pubbliche che lentamente, forse troppo lentamente, stanno recependo questo diritto alla dignità della vita. L’Eubiosia, la buona vita, deve diventare la bandiera del movimento delle cure palliative”.

Uno degli interventi più attesi è stato quello della dottoressa Kathleen M. Foley del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, una delle maggiori esperte al mondo nel campo delle cure palliative. La Foley ha ricordato che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i malati di tumore bisognosi di cure palliative sono più di 4 milioni nel mondo; i bambini che necessitano di queste cure vanno dai 7 ai 9 milioni, e l’80% di loro vive in paesi poveri. “Ma anche nel paesi avanzati – ha precisato la Foley – solo il 50-70% delle persone che necessitano di cure palliative può usufruirne”.

“Le cure palliative sono indispensabili e lo saranno sempre di più per la tenuta dei sistemi sanitari e della coesione sociale”, ha puntualizzato il professor Franco Pannuti, fondatore dell’ANT. “Se da un lato diminuirà la mortalità tra i giovani, dall’altro sarà in aumento la popolazione anziana con patologie tumorali che necessiterà di assistenza. Questo scenario impone agli stati di predisporre politiche sanitarie orientate a una gestione delle cure palliative che sia efficace per i pazienti e per le loro famiglie ma, al tempo stesso, sia sostenibile in termini economici”.

Nel corso del convegno sono anche stati presentati i dati del bilancio operativo di ANT nel primo semestre 2013. I malati di tumore assistiti gratuitamente a domicilio in nove regioni d’Italia tra gennaio e giugno di quest’anno sono stati 6.808, in crescita del 4.6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si stima che le persone seguite ogni anno da ANT rappresentino circa il 10% di tutti i malati oncologici assistiti a domicilio nel nostro Paese.