Secondo uno studio condotto da Coop Funeralcare UK, uno dei maggiori fornitori di servizi funebri del Regno Unito, la cremazione è ormai diventata parte integrante della tradizione funeraria.

Quattro funerali su cinque prevedono la cremazione del defunto e le statistiche indicano che questa pratica ha ormai superato la sepoltura. 

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«Parlare apertamente della morte ha alleviato molte delle ansie dei miei studenti, insieme alle mie. Studiare i modi in cui altre culture affrontano la fine della vita ci ha permesso di vedere che esiste una varietà di possibili risposte alla fragilità e alla finitudine umana, e ci ha aiutato a riconoscere che la morte è parte integrante della vita. E questa è una buona lezione per tutti noi».

Con queste parole, la Prof.ssa Anita Hannig, docente alla Brandeis University (Massachusetts, USA), sintetizza l’esperienza vissuta durante l’insegnamento al corso “Antropologia del morire e della morte”, che lei stessa ha fondato nel 2016. 

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“Dopo la mia morte, il mio corpo sarà cremato anche se i miei parenti vivono lontani?” 

Anche questa, come molte altre, è una domanda che ci viene posta spesso. E anche in questo caso, per dare una risposta corretta ed esauriente, è necessario distinguere tra due casi differenti.

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«L’obiettivo del movimento “death positivity” è far uscire la morte dall’armadio, in modo che non sia più percepita come qualcosa di spaventoso, da ignorare e dal quale fuggire, ma diventi parte integrante delle nostre vite». 

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“Quanto tempo passa tra la morte di una persona e la sua cremazione? Quanto bisogna aspettare? Ci sono tempi standard?”

Quando rispondiamo alle domande sui tempi necessari per una cremazione, ci teniamo sempre a precisare che non esistono tempi standardizzati. Ci sono infatti una serie di fattori che vanno tenuti in considerazione e che influiscono sui tempi d’attesa:

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Di recente, su questo stesso sito, abbiamo parlato di una nuova tendenza che si sta diffondendo in America: i cimiteri naturali

Si tratta di luoghi di sepoltura immersi nella natura, foreste e boschi dove è possibile seppellire i corpi in terra oppure disperdere le ceneri dopo la cremazione

In risposta a una sempre maggiore sensibilità ambientale, questa stessa tendenza si sta diffondendo anche in Europa, come dimostrano i due esempi che riportiamo di seguito: il primo cimitero naturale di Parigi ed Eden Valley, che sorge vicino a Londra.

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Cremazione, sepoltura o tumulazione? Secondo un recente sondaggio, svolto da TermLife2Go* su un campione rappresentativo di 500 persone, il 43% degli americani intervistati vorrebbe essere cremato

Il restante 57% si divide tra sepoltura in terra e tumulazione in loculo, ma nessuna delle due opzioni ha ottenuto una percentuale pari alla cremazione

Ma, quali sono i motivi per cui gli intervistati preferiscono la cremazione

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Ogni persona è diversa dalle altre, e ogni persona affronta la morte e il dolore in modo diverso, per cui non esistono regole universali, e precostituite, per affrontare il lutto per la perdita di una persona cara. 

Allo stesso tempo, però, ci sentiamo di condividere con voi cinque consigli, che abbiamo estrapolato per voi da un articolo pubblicato su un sito americano – whatsyourgrief.com* – quasi interamente dedicato al tema del lutto.

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«La maggioranza delle persone se n’è accorta a malapena, ma la cremazione oggi rappresenta una straordinaria rivoluzione storica e culturale», questo è quanto dichiarato da Philip Jenkins nel suo recente articolo su Patheos*.

Illustre professore di storia dell’Institute for Studies of Religion alla Baylor University, in Texas (USA), analizza l’evoluzione della cremazione, sottolineando che essa è passata da “pratica mostruosa e selvaggia” a una scelta “completamente normale, approvata e persino preferita”.

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Nel guardare il recentissimo servizio delle Iene* sui terribili fatti accaduti al polo crematorio di Biella, la nostra Associazione ha provato orrore, disgusto, rabbia e tanta, tantissima tristezza. 

Tristezza per i corpi dei defunti, per la violenza disumana con cui sono stati trattati. Tristezza per le famiglie di quei defunti, per il dolore che stanno provando, per l’ingiustizia che stanno vivendo.  

Non ci sono parole per esprimere il nostro cordoglio. È una ferita che non si rimarginerà. 

Naturalmente non spetta a noi individuare colpevoli e responsabilità per quanto successo, però spetta anche a noi – non solo come SO.CREM Bologna, ma come appartenenti alla Federazione Italiana Cremazione (FIC) – fare qualsiasi cosa sia in nostro potere per impedire che questi fatti si verifichino di nuovo.

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